Discalculia

La discalculia è una condizione caratterizzata da marcata difficoltà negli apprendimenti matematici in presenza di normale intelligenza, tipica esperienza scolastica e istruzione, in assenza di alterazioni neurosensoriali che possano giustificare tale difficoltà.
Il ragazzo discalculico può manifestare diversi tipi di difficoltà che spesso ricadono in questi ambiti:
• Non riesce a capire la relazione tra numero e quantità
• Ha difficoltà a leggere e scrivere i numeri (scrive i numeri al contrario, li confonde tra loro, inverte l’ordine delle cifre…)
• Non sa contare alla rovescia
• Confonde i segni aritmetici (il + con il -, la moltiplicazione e la divisione)
• Ha difficoltà a mettere i numeri in colonna
• Non riesce a imparare le regole di prestito e riporto
• È più lento e commette più errori rispetto ai compagni
• Fatica a imparare le tabelline
Più in generale, per quanto si impegni nello studio, manifesta sempre grandi difficoltà nel fare i calcoli e ottiene spesso brutti voti. Inoltre, è possibile notare un grande affaticamento durante lo svolgimento degli esercizi matematici; questo perché, non avendo automatizzato le procedure di calcolo, deve impiegare molta attenzione per completare i compiti. Spesso gli scarsi risultati vengono interpretati come conseguenza dello scarso impegno, e il ragazzo finisce per essere colpevolizzato dagli adulti, con possibili ricadute sulla sua autostima.
Di norma si presenta in associazione ad altre difficoltà, soprattutto nella lettura (possibile dislessia) e nella scrittura (possibile disortografia).
La diagnosi di discalculia può essere effettuata solo alla fine del terzo anno della scuola primaria da uno psicologo e/o da un neuropsichiatra (solitamente affiancato da altre figure professionali, ad esempio il logopedista). Si può effettuare uno screening per capire se sia necessario procedere col vero e proprio iter diagnostico che comprende una valutazione testistica approfondita; questo perché, essendo ogni dislessico diverso dagli altri, è necessario avere una visione chiara del profilo caratteristico del ragazzo che individui tanto le aree di difficoltà quanto i punti di forza.
Al termine del percorso diagnostico è possibile attuare specifiche attività di potenziamento (percorso logopedico e neuropsicologico) volte al compenso delle difficoltà, oltre a predisporre gli aiuti scolastici previsti dalla legge 170/10 (ad esempio, possibilità di usare la calcolatrice o le tavole pitagoriche, ottenere tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti, ecc.).